Sotto casa… di Max Gazzè
Il Fillmore di Cortemaggiore si riempie lentamente mentre vado a ritirare il mio accredito piena di belle speranze, ma la frase “puoi fotografare solo i primi due pezzi” mi demoralizza all’istante. Mi rassegno, scavalco le prime file a colpi di “chiedo scusa, chiedo scusa” e mi piazzo il più vicino possibile al centro del palco pregando il santo protettore degli ISO che le luci siano decenti, che lui non abbia un microfono puntato sul naso e che i primi due pezzi durino circa due ore.
Durano dieci minuti scarsi ma – lo ammetto – Max Gazzè è talmente coinvolgente che si fa perdonare: alle 22.30 arriva sul palco ed inizia la festa.
Dal vivo i suoi pezzi sono ancora più vibranti che su cd, anche quando in apertura di concerto dichiara “Forza coi diaframmi, datemi una mano che ho un po’ di laringite”. Basta poco per scaldarsi e la voce torna tutta, non delude, anzi, lascia un sorriso. Max ha voce e presenza raffinate, di grande ironia e di ancora più grande autoironia, che lasciano addosso al pubblico una vibrazione calda, ricca di tenerezza mischiata alla burla e alla curiosità di andare a leggere i suoi testi, per scoprirne le pieghe nascoste formulandone una specie di esegesi bizzarra. E’ inafferrabile come un folletto, eppure non si sottrae, riempie il palco con una presenza discreta ed imponente allo stesso tempo, rimane fermo al suo posto eppure non riesci a staccargli gli occhi di dosso né quando canta, né quando la voce si spegne per lasciare spazio al basso: lo scuote, lo pizzica, lo accarezza. E ti incanta.
Max Gazzè si muove poco, non sembra intimidito, ma rimane elegante e composto anche durante gli assoli più intensi… eppure ridacchia sotto ai baffi, si vede che si diverte, e si diverte talmente tanto che all’improvviso penso che sentire suonare uno bravo è sempre bello, ma quando hai la fortuna di sentire suonare uno bravo che per di più sorride… beh. Allora lì è quasi magia.
Testo e immagini: Serena Groppelli | Per saperne di più: http://www.maxgazze.it/