Piccolo Festival FVG
Si è conclusa il 13 luglio la quinta edizione del Piccolo Festival FVG, rassegna organizzata dall’Associazione Culturale Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia sotto la direzione artistica di Gabriele Ribis, nata nel 2007 nell’ambito dei Progetti Integrati per la Cultura promossi dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Tredici i comuni aderenti, distribuiti su tutte e quattro le province della Regione (Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia). La programmazione di quest’anno si è sviluppata dal 28 giugno al 13 luglio con spettacoli di opera, concertistici, di musica tradizionale, teatro e cinema, e con una mostra fotografica. In ricordo dei 35 anni passati dalla chiusura del primo ospedale psichiatrico a seguito della legge Basaglia, il tema della “follia” ha fatto da filo conduttore ai 19 spettacoli succedutisi nei 16 giorni di programmazione, tra cui l’opera Il signor Bruschino di G.Rossini, nuova produzione, ed il concerto-spettacolo d’eccellenza Lagermusik alla Risiera di San Sabba.
Il piccolo tour regionale de Il signor Bruschino si è concluso a Valvasone, borgo medioevale della provincia di Pordenone. Il Signor Bruschino, ossia “Il figlio per azzardo”, è la quinta farsa che Gioachino Rossini scrive, nell’arco di due anni, per il Teatro San Moisè di Venezia. L’opera, che alterna l’intrigo sentimentale tra Sofia e Florville con effetti da commedia dell’assurdo, prefigura la “follia organizzata” che di lì a poco, nella successiva Italiana in Algeri (maggio 1813, Teatro San Benedetto di Venezia) assicurerà a Rossini un autentico trionfo. L’opera, per la regia di Elisabetta Marini, è stata orchestrata dalla FVG Mitteleuropa Orchestra diretta dal Maestro Nicola Marasco.
Al Museo civico della Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio su territorio italiano, è andato in scena il concerto Lagermusik. Moni Ovadia nel Canto d’amore e morte dell’alfiere di Cristoph Rilke ha ricondotto la memoria alle tragiche vicende di Theresienstadt, un piccolo paese vicino a Praga che dal 1940 la Gestapo trasformò in un enorme ghetto abitato da 40.000 persone. Molti gli applausi anche per la giovane soprano Shaked Bar accompagnata dal Maestro Omer Arieli, che ha diretto le musiche dei compositori di Theresienstadt. L’attività culturale ebbe sempre un posto di rilievo all’interno del ghetto e il concerto faceva parte di una messinscena dei comandi nazisti per occultare alla Croce Rossa gli orrori dello sterminio spacciandolo per un campo modello dove gli ebrei potevano continuare la loro esistenza sotto la protezione del Reich. In realtà la quasi totalità dei bambini di Theresiensadt, così come i compositori Viktor Ulmann, Hans Krása, Gideon Klein e Ilse Weber, finirono la loro vita nelle camere a gas di Auschwitz.
Novità introdotta nel programma di quest’anno lo spettacolo dedicato espressamente ai bambini: C’era una volta … Re tuono, singspiel tratto dalla favola “Re Tuono” appartenente alla raccolta “Il raccontafiabe” di Luigi Capuana, musicato da Daniela Terranova. I testi delle parti recitate e cantante sono costruiti come filastrocche, di facile memorizzazione. In linea con questa scelta, la realizzazione musicale del lavoro ha preso spunto da canzoncine popolari appartenenti al mondo dell’infanzia e note ai bambini di tutte le età. Gli stessi personaggi principali dell’azione scenica sono stati caratterizzati da linee melodiche riconoscibili: Oh che bel castello, Alouette, la Ninna nanna di Brahms, offrono spunto tematico per le parti cantate da Re Tuono; Oh quante belle figlie madama Dorè e Au clair de la lune per quelle del Primo ministro; Ah! Vous dirai je maman è, invece, il tema della Caramellaia.
Da citare anche lo spettacolo di prosa Ballando con Cecilia diretto da Manuela Del Piero, rappresentato dalla compagnia Barabàn. Il progetto è stato suggestionato dal romanzo del premio Campiello 2005 Pino Roveredo. Sulle note del tango di Kurt Weil, la protagonista Cecilia, insieme agli altri internati, trascorre le sue giornate rinchiusa da oltre sessant’anni in un centro di salute mentale. Non ha visto com’è cambiato il mondo, ma è viva ed ha una passione: la danza. Il nuovo Operatore sociale sarà capace di farla danzare attraverso gli anni di non-vita con un ballo senza fine. Evento collaterale la mostra fotografica di Giulia Iacolutti, realizzata in collaborazione con i centri di salute mentale della Regione: ritratti di donne il cui lavoro, oltre ad avere finalità terapeutico-riabilitative, è per loro un potente mezzo d’inclusione, permettendo a queste tante ”Cecilia” di vivere una loro “seconda vita”, attiva e spesso lieta, una vita uguale e a volte maggiormente consapevole della vita di tutti.
Foto ed articolo: Giulia Iacolutti