Le nozze di Figaro
Fu a casa del barone Raimund von Wetzlar che Mozart conobbe nel 1784 Lorenzo Da Ponte e gli propose di preparargli un libretto sulla pièce di Beaumarchais Le mariage de Figaro. Da Ponte, che in realtà si chiamava Emanuele Conegliano ed aveva assunto il nuovo nome dal vescovo che lo aveva battezzato a tredici anni quando, insieme alla sua famiglia ebrea, si era convertito al cristianesimo, si portava dietro la fama di libertino ed avventuriero, anche se era stato da poco nominato poeta dei teatri imperiali.
Nonostante Mozart non fosse convinto dell’affidabilità di Da Ponte, quest’ultimo mantenne la promessa fattagli e si dedicò al libretto lavorando gomito a gomito con lui. Da Ponte aveva un’innata capacità di adattarsi alle circostanze e, ancora più importante, alle intenzioni del musicista con cui collaborava, rispettando le strutture operistiche senza pretendere di primeggiare come poeta. Questo permise a Mozart di ottenere un libretto da plasmare secondo la sua volontà musicale.
Nei teatri dell’impero Asburgico le rappresentazioni di balli erano vietate, ma, con grande audacia, Mozart e Da Ponte invitarono Giuseppe II a vedere una prova del terzo atto della loro prima opera e l’imperatore ordinò subito che la musica fosse reinserita.
Così nacquero Le nozze di Figaro.
Il regista Mario Martone, nelle note di regia, racconta che, con l’allestimento di queste Nozze, conclude un viaggio durato sette anni nel teatro di Mozart e Da Ponte. Ha avuto la libertà di sperimentare un impianto scenico sicuramente inusuale, ma che gli ha consentito di esplorare pienamente la dimensione teatrale di questo capolavoro. Non c’è nulla di più potente di un concertato di Mozart sui versi di Da Ponte: diversi personaggi esprimono stati d’animo, compiono azioni, elaborano pensieri tutti diversi tra loro e tutto avviene contemporaneamente, esattamente come nella vita. La differenza è che qui la vita è trasfigurata in musica. Martone ha immaginato un teatro essenziale, fatto di pochi elementi, ma che consente al palcoscenico di sporgersi in sala ed aprirsi praticamente a trecentosessanta gradi intorno all’orchestra, schiudendo dall’interno il meccanismo teatrale di questi concertati e manifestandolo con chiarezza agli occhi dello spettatore.
Le nozze di Figaro sono una divertente e pungente analisi dell’amore e delle classi sociali in cui la logora passione del Conte di Almaviva per la sua Contessa, qui magistralmente interpretati da Roberto De Candia ed Eva Mei, si infrange sul fresco amore di Figaro e della sua promessa sposa, Susanna, portati con grande passione in scena da Simon Orfila e Laura Giordano. Un’unica turbolente giornata nella quale la regia sopraffina di Mario Martone, ripresa abilmente da Raffaele Di Florio, intreccia in modo sopraffino malintesi e tranelli sulla musica dell’Orchestra Filarmonica Italiana e del Coro del Teatro Regio di Parma sotto la brillante direzione di Matteo Beltrami.
Lo spettacolo è andato in scena dal 12 al 19 gennaio 2016 presso il Teatro Regio di Parma e sarà in scena il 29 e 31 gennaio 2016 presso il Teatro Valli di Reggio Emilia.