Konya
“Benedetta è la poesia che sgorga attraverso me e non da me, perchè il suono della mia musica sommergerà la canzone d’Amore.” (Jalāl al-Dīn Rūmī)
Konya è uno dei più grandi centri culturali della Turchia, patria di Mevlana Jalāl al-Dīn Rūmī, fondatore dell’ordine islamico dei monaci Sufi, conosciuti con il nome di dervisci “rotanti”.
L’esibizione audio-visiva dei Santasangre indaga il significato assoluto di Amore, attraverso lo studio della pratica dei dervisci: la meditazione, la danza e il ‘Dhikr’ (ripetizione dei nomi divini). Il Sufi è un innamorato il cui segreto si comunica da cuore a cuore, da maestro a discepolo. La ripetizione e la circolarità fanno entrare il praticante in uno stato di trance, che lo avvicina a Dio.
Entra prima in scena il violoncello, poi la voce. La musica inizia nel buio.
L’interpretazione della voce e dello strumento, viene ampliata dalla rielaborazione elettronica in tempo reale attraverso il supporto di una base e di un’orchestrazione virtuale. La genesi musicale, trae fonte creativa dalla musica contemporanea, dall’improvvisazione, dalla ricerca, fino alla musica antica europea e di tradizione orientale turco-persiana.
C’è come una pausa di attesa e poi il corpo prende la scena. Se all’inizio è pesante, nervoso, teso, man mano si alleggerisce nella costante ricerca di un respiro che possa sostituirsi all’apnea iniziale. La struttura coreografica è basata sull’improvvisazione il cui ritmo è in relazione con l’ambiente sonoro. La performance è un viaggio mistico, attraverso l’evoluzione del corpo: esso procede per tentativi nei quali è evidente un conflitto di forze interne dalle quali cerca di liberarsi. Ad ogni tentativo abbandona qualcosa di sé, per potersi trasformare.
Ai tre livelli performativi, musica, voce, corpo, ne viene aggiunto un quarto: la scena, composta da una proiezione video anch’essa in costante evoluzione. Dalle immagini, che si succedono alle spalle dei performers, nascono strutture, architetture su cui costruire nuovi paesaggi. Il tutto aumenta di intensità, arrivando ad uno stato di trance, proprio come nella danza sufi, poi sul finale esso si quieta, quasi sazio, esausto dopo aver raggiunto l’apice.
Il collettivo dei Santasangre reinterpreta, attraverso una visione laica e contemporanea, la ricerca mistica dell’uomo riuscendo a trasportare lo spettatore in un’atmosfera astratta, in un susseguirsi di eventi che ne trascendono il controllo.
Per maggiori informazioni: Santasangre
Lo spettacolo è andato in scena il 23 Febbraio 2014 al Teatro Studio di Scandicci (FI).
Crediti dello spettacolo “Ideazione: Diana Arbib e Dario Salvagnini | Violoncello: Luca Tilli | Voce: Monica Demuru | Corpo: Annamaria Ajmone | Elaborazione audio: Dario Salvagnini | Elaborazione video: Diana Arbib | Video designer: Alessandro Rosa| Organizzazione e cura: Giulia Basaglia | Produzione: Santasangre | Co-produzione: Kollatino Underground”