Intervista con Alessandro Riga
Botta e Risposta con Alessandro Riga, Étoile ospite residente di MaggioDanza
Lunedì, giorno di riposo per i ballerini del MaggioDanza di Firenze. Appuntamento alle 18.45 in Piazza Ognissanti. Non credevo mi riconoscesse da quei lontani giorni di Londra nel 2004 durante i quali ci conoscemmo, ma i suoi passi decisi -con le punte leggermente all’infuori e così tipici di ogni ballerino- diretti verso di me, smentiscono immediatamente la mia teoria. Mi saluta con un sorriso sincero, ci andiamo a sedere in un bar nei dintorni e, davanti ad una Coca Cola ghiaccio e limone, facciamo una chiacchierata di un’ora, tranquilla e rilassata, intervallata da qualche risata e da una sigaretta, come due amici di vecchia data che si aggiornano sui fatti degli ultimi anni. Alessandro Riga è un binomio perfetto: un ragazzo semplice nella vita quotidiana e un portento sul palcoscenico. Una vita dedicata alla danza, ma anche ad essere una buona persona, come ama dire lui. Perché Alessandro è una persona felice, gli si legge negli occhi. In quegli stessi occhi che, insieme al fisico asciutto e scolpito e alla precisione nell’esecuzione di ogni movimento, fanno di lui una stella splendente sui palchi internazionali della danza.
1- Chi è Alessandro Riga?
Alessandro è un ragazzo molto fortunato. Un giovane danzatore che ha seguito l’onda degli eventi, che ha colto le occasioni presentatesi ed agito di conseguenza. Durante un esame nella mia scuola di Crotone, sono stato notato da Claudia Zaccari, un tempo prima ballerina del Teatro all’Opera di Roma, la quale mi ha offerto una borsa di studio per gli ultimi tre anni -degli otto- alla Scuola della stessa compagnia.
2- Qual è il ruolo che ti ha fatto pensare “Sì, ce la posso fare nel mondo della danza!”?
Immediatamente nel primo anno di scuola a Roma, fui chiamato a collaborare con la compagnia del Teatro dell’Opera, con la grande ballerina italiana che tutti conosciamo, Carla Fracci. E proprio con lei, ho capito che la danza era la mia vita: in «Amleto, Principe del sogno», mentre la Fracci interpretava Amleto, il coreografo Luc Buy mi assegnò la parte di Ofelia. Un ruolo che mi faceva un po’ effetto, dato che ero vestito da donna…ma era un personaggio giovane, a metà tra il maschile e il femminile, e mai lezioso. Lì ho capito che ce la potevo fare.
3- Come ti cali in un personaggio e quale e perché è il tuo preferito?
Cerco di farlo mio. Non sono uno di quei ballerini che passa intere giornate su YouTube a guardare solo balletti! Mi piace fare e vedere la danza. Ho due personaggi preferiti: Mercuzio, in Giulietta e Romeo, che preferisco addirittura al ruolo principale per la sua intensità. E poi c’è Puck, in Sogno di una notte di mezza estate, ruolo in cui mi sento estremamente comodo, è come se mi fosse stato “cucito addosso”. (Riga è finora l’unico interprete del folletto shakespeariano nella versione creata da Francesco Ventriglia, attuale direttore di MaggioDanza, ndr)
4- Dicci la coreografia che non possiamo perderci.
Romeo e Giulietta, un classico che non muore mai. E Swan Lake di Matthew Bourne.
5- E quella, tra quelle che invece hai danzato, più difficile da eseguire?
Paganini di Vladimir Vassiliev è stato complicato, ma senz’altro il pezzo che più mi ha affaticato a livello fisico e soprattutto per il trasporto che ho provato ballandolo, è stato Requiem. È speciale per me: da sempre amavo la colonna sonora del film Requiem for a Dream e un giorno ho chiesto a Francesco di crearci una coreografia per me, in modo che potessi finalmente esprimere ciò che le note mi suscitavano. L’abbiamo presentata a Danza in Fiera 2011 e poi nuovamente al Gala di inaugurazione del Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, nel Dicembre scorso.
6- Chi è il coreografo con cui sogni di lavorare?
Sicuramente William Forsythe. Nei due anni che ho passato a Dresda speravo di ballare le sue creazioni, ma non è stato così purtroppo!
7- Momenti difficili durante il percorso? Cosa vorresti aver fatto, se non il ballerino?
Momenti difficili tanti, nei quali ho addirittura pensato di rinunciare. Ma poi la passione era troppo grande. Non mi vedo in nessun’altra arte o mestiere, almeno per ora.
8- Hai appena ricevuto la menzione speciale dalla città di Crotone, dove sei nato. A chi daresti tu il premio come miglior promessa nel panorama italiano della danza?
Senza dubbio a Claudio Coviello, cresciuto come me alla Scuola dell’Opera di Roma. Un talento innato che adesso danza a La Scala di Milano da un paio di anni. Un fuoriclasse.
9- Anticipazioni per il 2013.
Non posso rivelare niente, me l’hanno proibito! Ma rimango a Firenze, la nuova stagione sarà diversa dalle precedenti, con tante creazioni, insomma, una ventata di novità. Mi raccomando, vi aspettiamo a teatro!
E noi attendiamo di vedere te , Alessandro, che sempre ci allieti e ci ispiri.
Articolo: Candida Bongini
Fotografie: Camilla Giannelli e Manuela Piludu
NB | Immagini scattate al Corpo di Ballo del Maggio Danza Fiorentino nel corso della settimana di apertura del nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, 29 Dicembre 2011.