Falstaff
Personaggi e interpreti: SIR JOHN FALSTAFF: Ambrogio Maestri, FORD: Luca Salsi, FENTON: Antonio Gandia, DOTT. CAJUS: Luca Casalin, BARDOLFO: Patrizio Saudelli, PISTOLA: Mattia Denti, MRS. ALICE FORD: Svetla Vassileva, NANNETTA: Barbara Bargnesi, MRS. QUICKLY: Romina Tomasoni, MRS. MEG PAGE: Danilea Pini
MAESTRO CONCERTATORE E DIRETTORE: Andrea Battiston – REGIA: Stephen Medcalf – SCENE E COSTUMI: Jamie Vartan – LUCI: Simon Corder – MAESTRO DEL CORO: Martino Faggiani – Orchestra e coro del Teatro Regio di Parma
Falstaff è l’ultima opera di Verdi, ed è anche l’unica opera buffa scritta dal Maestro.
Una coincidenza curiosa, che non avviene per caso, ci stupisce per tutta la durata dell’opera e si riflette sia nel testo sia nella partitura musicale. Il libretto si rifà, infatti, a Le allegre comari di Windsor di Shakespeare e della leggerezza seicentesca del grande drammaturgo Verdi sembra avere preso molto: Falstaff si chiude su una fuga in do, la tonalità più “pulita” di tutte e si spoglia degli orpelli romantici del melodramma per guadagnare uno sguardo lucido e disincantato della realtà, che pure non perde né ci fa perdere il sorriso.
Non manca nemmeno di autoironia, questa commedia musicale: là dove tutto può divenire “burla”, anche quelle stesse passioni umane che il maestro ha evocato in tutte e sue opere si relativizzano e perdono di gravità di fronte alla saggezza della vecchiaia.
Ma Sir Falstaff non è solo una figura comica: è un filosofo consapevole delle doppiezze della vita e dell’onore, consapevole che il dubbio è l’unica certezza data e che, per tutta risposta, non si può che affidarsi all’ironia e alla follia, uniche prerogative universali. Eccolo allora, reduce dalla vendetta delle amanti che ha ingannato, a cercare consolazione nel vino, nel buon vino che “sperde le tetre fole dello sconforto, accende l’occhio e il pensier dal labbro sale al cervel e quindi risveglia il picciol fabbro dei trilli, un negro trillo che vibra dentro l’uom brillo, trilla ogni fibra in cor, l’allegro etere al trillo guizza e il giocondo globo squilibra d’una demenza trillante… e il trillo invade il mondo!”.
L’ultima opera del Maestro, dunque, ci regala il mirabile intreccio di tragicità e comicità propri della vita reale e ce li regala con la leggerezza e la lucidità che solo i grandi saggi, o gli sguardi dei bambini, sanno avere. È un disegno a matita, questo Falstaff, ricchissimo di sfumature e senza la pesantezza di certe tele ad olio intrise di romanticismo.
Galleria fotografica di: Alessia Santambrogio – Serena Groppelli