CharlottA – Sogno di una notte di un Mezzo Uomo
Con Domenico Sannino, regia Leonardo Lidi, costumi Gaia Costa. Con la collaborazione del Comune di Rottofreno e di “Suri Lingerie” di Roberta Ferrari. Tratto da L’amante di A. Wesker
Può capitare di entrare in un negozio di intimo, sulla via Emilia nei pressi di Piacenza, e trovarsi ad ascoltare i monologhi interiori di CharlottA, affermato stilista di moda in spasimante attesa della chiamata del suo amante, tormentato dai sensi di colpa (è il marito della mia migliore amica!), deciso a placare le proprie ansie morali scegliendo a quale fondazione fare la donazione più cospicua.
CharlottA è un esperimento coraggioso, che non pretende di spiegare o rispondere alle domande scomode che spesso noi stessi giochiamo a porci. È la scoperta – se ancora ce ne fosse bisogno – che il teatro può essere ovunque, ma il teatro vero!, capace di gestire la distanza e la vicinanza con il pubblico attraverso il perfetto controllo del corpo e della voce, così lontani da quei reality show ai quali ci stiamo abituando.
È la dimostrazione che le dinamiche dell’amore, dell’attesa, del tradimento sono uguali per tutti. La solitudine è la stessa per tutti. I dialoghi interiori sono gli stessi per tutti, che siano nella nostra testa o tra due manichini facenti funzione di altri noi. È un elogio dell’incompleto, che trapela da piccoli dettagli: lo smalto su un’unghia sola della mano, l’orologio fermo, il telefono con il filo staccato. È la conferma che, tra le mille differenze dei singoli, apparteniamo davvero tutti allo stesso genere.
Foto e articolo: Serena Groppelli