Carrozzeria Lacan: Il nuovo cd di Andrea Labanca
Foto di Alessandra DiGregorio | Articolo & Video-Intervista a cura di Andrea Angeli
Ore 12,30 all’Ostello Bello di Milano. L’appuntamento è stato fissato da almeno una settimana, da quando l’ufficio stampa di Andrea ha chiamato la redazione per comunicare il giorno della presentazione del nuovo cd “Carrozzeria Lacan”. A parte la cornice insolita dell’Ostello Bello alla quale noi della redazione Kairòs Magazine siamo abituati, il resto corrispondeva a quanto mi sarei atteso: giornalisti, fotografi (noi), intellettuali ed amici della band: tutto come da manuale. Tutto meno il contenuto del cd, aggiungerei.
Questa nuova creazione di Andrea e della Fish Eye Band è qualcosa che va al di là del solito cd; è come portarsi a casa un biglietto per un concerto in streaming dagli anni sessanta (una specie di streaming in differita di 50anni) e l’abbonamento ad un canale youtube tutto compreso. Non saprei se definirlo un nuovo prodotto, ma di sicuro ci siamo trovati davanti a qualcosa che trascende il concetto di disco tout-court; piuttosto una creazione dove il video e le canzoni sono in stretta relazione, interagiscono e si completano proponendo un viaggio a metà strada tra l’emozionale ed il multimediale dove chi ascolta e guarda il disco di Andrea compie un percorso, un viaggio che dagli occhi e dall’udito arriva dritto al cuore. La musica ci trasporta in un luogo piuttosto indefinito giù per quei ’60 che sono nell’anima di tutti gli amanti di quel rock che ha accompagnato dolcemente i maledetti della mia generazione. I suoni ruvidi delle chitarre sono accostati al suono della fisarmonica di Baldoni in modo così naturale che non te ne accorgi, al punto che quasi cominci a chiederti come diavolo si chiamava quello che suonava la fisarmonica nei Nirvana. Il basso di Martina incalza tutti i brani del disco con un groove preciso e potente e la sezione fiati inserisce i giusti contrappunti e background per condire il tutto alla perfezione. C’è la mano di De Rubertis in questo disco e si sente.
Poi ci sono i testi e quella è un’altra storia. E’ qui che si vede Andrea, dove viene fuori la sua visione nichilistico-positivistica del mondo. Uno che vede lungo, Andrea Labanca, uno che invece di sputarci sopra o di specularci tanto, lo guarda, lo gira tra le dita, ci ride sopra e va a prendersi una birra in compagnia. Uno che i meccanismi del gioco li ha già capiti, ma ti dà la sensazione di non avere nessuna intenzione di sottrarvisi; piuttosto di volerli mostrare semplicemente, per riderci sopra e rifletterci insieme. I video ed i brani del disco sono stati presentati insieme e correttamente proposti per quello che sono: un percorso complessivo e organico all’interno del mondo di Andrea e della Fish Eye Band. Un viaggio che Dario ci spiega bene nell’intervista che segue l’articolo e che abbiamo raccolto nel primo pomeriggio, alla fine della presentazione organizzata dalla Preludio Records, casa produttrice del cd.
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