Mercuzio Non Vuole Morire

Uno spettacolo che è durato un giorno intero: si inizia in carcere, luogo storico di confronto e sperimentazione che Armando Punzo ha fatto il suo teatro… si continua fuori, con il pubblico, con la città. Fare teatro diventa collettività, come in magico rituale le persone sono coinvolte in qualcosa di irripetibile. E lo stesso Punzo diventa il pifferaio magico che traghetta i suoi topolini nella sua poesia. La struttura dello spettacolo è particolare, un Romeo e Giulietta declinato sulla figura di Mercuzio, “l’ultimo poeta”, “colui che deve dare vita ad un sogno”, “colui che non morirà”. Anche il tipo di rappresentazione non è classificabile in una sola categoria: teatro? teatro di strada? circo? Flash mob?
L’ingresso nel carcere è come la discesa verso un mondo fantastico popolato da personaggi bianchi e neri, clown di un altro tempo, poi colori vivissimi, e scene in continuo movimento. Giulietta danza con la sua rosa rossa e poi corre via… a questo punto la nostra attenzione è catturata dal duello: Punzo duella a fioretto sguainato con un detenuto dal trucco pesante che disegna un freddo, automatico sorriso. Il clangore delle spade si mescola a una musica solenne. Frammenti deturpati della tragedia shakespeariana stanno in bocca ai detenuti, che recitano, cantano, posano e si muovono, sullo sfondo di questo duello che dura dall’inizio alla fine. La voce di Punzo poi si introduce a sottolineare le scene: Mercuzio non vuole morire, ma lui recita con un coltello piantato tra le scapole, tra zombie con le mani insanguinate, tra sofferenza ed estasi… si aggira nel suo inferno privato. E poi l’emozione della voce e della musica, che adesso si fa più allegra, i bambini che danzano e suonano, e la scena finale con le insegne della cultura (libri e opere d’arte) alzate al cielo. La prima parte dello spettacolo si conclude con la speranza di Mercuzio: la poesia ci salverà.
La seconda parte dello spettacolo è in piazza: di passo in passo, gli infiniti Romeo che baciano le molteplici Giulietta. Le Giuliette adesso occupano tutto il terreno e la scena si muove sopra e intorno a loro . Anche qui di nuovo le mani insanguinate, adesso un esercito che si aggira per la città, tra luoghi d’arte e di passata prigionia, come i letti del manicomio che diventano un’ installazione postmoderna. File di persone con un libro in mano, o ancora passanti con la valigia pronte ad andare, aspettare come se fossero deportati in attesa della denudazione dai beni, dagli abiti, dei nomi. “Datemi una maschera sulla maschera” recitano nei loro fumetti. Le maschere e la gente comune, migliaia di volontari in un teatro che non tiene più conto dei confini tra la scena e la platea: tutto mischiato, in libertà, in continuo divenire. Un’arena grande quanto tutta una città, dove ognuno tira fuori la forza ed i suoi sentimenti, dando il suo intimo e personalissimo contributo. La conclusione è il ritorno alla piazza, dopo il vagabondare, l’attesa, ed i duelli… correndo con le valigie cariche di sogni, in un’esplosione di musica e festa. Mercuzio non vuole morire. Nessuno delle persone in piazza lo vuole. Il Festival Volterra Teatro, è un inno alla vita che ci pervade in tutto il corpo.
scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
assistente ai costumi Silvia Bertoni
assistenti alla regia Laura Cleri, Stefano Cenci
movimenti Pascale Piscina
video Lavinia Baroni
musiche Andrea Salvadori
collaborazione artistica Elena Turchi, Alice Toccacieli, Carolina Truzzi
collaborazione al progetto Luisa Raimondi
foto Stefano Vaja
assistente agli allestimenti Yuri Punzo
assistenti volontarie Marta Panciera, Maria Clara Restivo, Daniela Mangiacavallo, Adriana Follieri
organizzazione generale Cinzia de Felice
coordinamento Domenico Netti
amministrazione Isabella Brogi
collaborazione organizzativa Jacopo Angiolini, Josella Calantropo
collaborazione amministrativa Giulia Bigazzi
direzione tecnica Carlo Gattai, Fabio Giommarelli
disegno luci Andrea Berselli
suono Alessio Lombardi
con i detenuti attori della Compagnia della Fortezza: Aniello Arena, Salvatore Arena, Antonio Arrigo, Placido Calogero, Pierangelo Cavalleri, Dorjan Cenka, Domenico D’Andrea, Rosario D’Agostino, Mario D’Urso, Pietro De Lisa, Vittorio De Vincenzi, Bruno Di Giacomo, Rosario Di Giacomo, Abderrahim El Boustani, Francesco Felici, Alban Filipi, Martin Lazri, Francesco Manno, Gianluca Matera, Massimiliano Mazzoni, Giovanni Moliterno, Raffaele Nolis, Andrea Pezzoni, Nikolin Pishkashi, Gennaro Rapprese, Rosario Saiello, Vitali Skripeliov, Jamel Soltani, Roberto Spagnuolo, Massimo Terracciano, Domenico Tudisco, David Tuttolomondo, Alessandro Ventriglia, Qin Hai Weng
Per informazioni: http://compagniadellafortezzavolterra.wordpress.com/