Macbeth

di William Shakespeare con Raffaella Boscolo e Stefano Braschi e con Arianna Aragno, Chiara Anicito e Odìssea, regia di Raffaella Boscolo
In questo Macbeth, che rimane archetipo della brama di potere e dei suoi pericoli, gli eventi sono relegati oltre una metaforica parete. Della tragedia restano i trasalimenti, le paure, le percezioni alterate, gli strepiti e i furori.
L’attenzione è focalizzata su Macbeth e la sua Lady anziché sull’andamento della storia in tutti i suoi passaggi. Spinta dall’ambizione, la coppia progetta di uccidere il re. L’atmosfera è notturna e sinistra, non si vedrà mai un raggio di sole.
La feroce Lady tiene le fila della storia manovrando il suo sposo, ma gli avvenimenti tradiscono i suoi propositi e ci rivelano una Lady fragile, mentre un gioco sanguinario travolge Macbeth.
Nelle pieghe dei pensieri, intenti e conflitti dei protagonisti compaiono le streghe, emanazioni delle loro stesse menti. Le tre appaiono e scompaiono come fantasmi che predicono, maledicono, affascinano il protagonista che anela al sapere e alla conquista. Il viaggio non ha una conclusione tragica, come sarebbe plausibile; l’autore sceglie un epilogo con Macbeth che dichiara la sua funzione di attore.
Articolo e fotografie: Camilla Cerea e Susanna Broccolino