Lucia di Lammermoor

Un’eterea e passionale Lucia di Lammermoor è portata magistralmente in scena nel cartellone della stagione lirica del Teatro Regio di Parma.
Un po’ di storia. Nel 1835 Donizetti, resistendo alla minaccia di fallimento del Teatro San Carlo di Napoli, riuscì ad imporre, per onorare il proprio contratto con il teatro, la scelta del soggetto tratto dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott e Salvatore Cammarano come librettista, da lui ritenuto collaboratore ideale per la realizzazione di questo progetto. Era una scommessa al buio su un’ idea alla quale credeva ciecamente, anche perchè poteva disporre di un cast di prim’ordine per quella stagione.
Il romanzo di Scott, allora autore di moda, offriva una di quelle storie di contrasti ed intrighi famigliari sempre molto cara alla fantasia di Cammarano. Verso la metà di maggio dello stesso anno i due elaborarono lo schema narrativo, visto che il 23 di quel mese Donizetti premeva sulla commissione teatrale per l’approvazione del soggetto. Si misero al lavoro ad inizio giugno e, man mano che venivano composte intere parti in versi, Cammarano le passava a Donizetti e così l’opera fu terminata in poco più di un mese, il 6 luglio.
Donizetti si presentò pronto per le prove in agosto e il 26 settembre 1835 Lucia di Lammermoor andò in scena con grande successo, senza mai più uscire di repertorio e diventando uno dei testi più celebrati del compositore e di tutto il teatro ottocentesco.
Le ragioni di questa continua empatia con il pubblico consistono nella travolgente inventiva melodica donizettiana e nella sua abilità ad inserire in forme definite e regolari una materia ricca di espressività, che entra nei meandri della psicologia umana, senza rinunciare a racconti di fantasmi, scenari gotici e manifestazioni di patologia mentale, la famosa scena della pazzia di Lucia.
Per la sua stagione lirica, il Regio di Parma riprende l’allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi in cui una grande pergamena stropicciata abbraccia il palcoscenico talvolta trasparente e impalpabile, talvolta solida e rocciosa rivelando, nascondendo e riflettendo personaggi ed azioni.
E’ l’ennesima geniale intuizione che Josef Svoboda, grande artista boemo ha regalato al teatro e alla quale Benito Leonori, già suo allievo e collaboratore, dona il colore. Una vera suggestione su regia di Henning Brockhaus egregiamente ripresa da Valentina Escobar che, sollevandosi, modula la psicologia di Lucia, splendidamente interpretata da Ekaterina Bakanova.
Lo spettacolo è in scena dall’11 marzo al 1 aprile 2016 presso il Teatro Regio di Parma. Le fotografie si riferiscono alla rappresentazione del 13 marzo 2016.