Infinita (Familie Floz)

Una produzione di: Familie Flöz, Admiralspalast Berlino, Theaterhaus di Stoccarda | Di e con: Björn Leese, Benjamin Reber, Hajo Schüler, Michael Vogel | Regia: Michael Vogel, Hajo Schüle| Scenografia: Michael Ottopal| Musiche: Dirk Schröder| Maschere: Hajo Schüler | Luci: Reinhard Hubert | Costumi: Eliseu R. Weide | Animazioni, video: Silke Meyer | Video: Andreas Dihm | Direttore di produzione: Pierre-Yves Bazin
Possono delle maschere esprimere emozioni? Senza l’ausilio della parola e senza la mimica facciale? Evidentemente sì, poiché nella Familie Flöz le maschere sono lo specchio dell’anima degli attori. È un teatro antelinguistico, dove il solo conflitto fisico e la gestualità dà origine a scene esilaranti o drammatiche. Uno spettacolo surreale, risultato di discipline quali il teatro di figura, l’acrobazia e l’improvvisazione. Crea atmosfere magiche mescolando tenerezza e comicità, incanta e ci fa tornare bambini.
Le scene si incastrano e si alternano come a comporre un mosaico. La musica collega il susseguirsi delle azioni, i colori dipingono delle delicate istantanee. L’andamento ricorda la poesia dei film muti, fatti di gag e di momenti tragici. I personaggi “vivono” dietro ai mascheroni e comunicano dal loro mondo fantastico, superando i confini della parola e lasciandoci all’universo delle immagini.
In Infinita vengono affrontati i primi e gli ultimi istanti di vita. I temi sono reali, presi in prestito dal vissuto comune come la nascita, il sesso, la morte. Si parte dalla fine e si va a ritroso. Ed è buffo vedere come l’atteggiamento degli anziani sia simile a quello dei neonati: il vecchietto che zoppica come il bebè che non riesce ad arrampicarsi, se uno fa il marpione l’altro è curioso, la malizia della bimba e la pazienza dell’infermiera…
Come a dire che la vita è un ciclo: la fine non è che l’inizio, la morte non è che la vita stessa.
Per informazioni: http://www.floez.net
Foto e articolo: Simona Fossi