Davide Van De Sfroos@ Milano, Villa Clerici

Non serve neanche guardare la platea, stipata di pubblico eterogeneo. Basta vedere l’emozione sul viso rotondo di un dodicenne che, un po’ intimidito, estrae uno striscione fatto in casa: “Vande 1 di noi”. Si capisce subito che il Van De Sfroos è uno che sa fare bella musica. Se poi lo metti a suonare a Villa Clerici, tra un teatro greco e uno romano, in mezzo ad antiche colonne che si colorano di luci, la serata assume toni quasi magici.
E’ una Milano che non ti aspetti quella che ha accolto i fan del cantautore comasco. Misteriosa e suggestiva come un’isola dell’Egeo, luminosa e ballerina come le note di una chitarra folk. E se forse qualcosa è mancato, è stato solo lo spazio per ballare. Ma Van Der Sfroos è un vero istrione e tra musica e racconti è nel suo ambiente naturale, e le note di Akuaduulza e La machina del Ziu Toni hanno scaldato i cuori e le mani del suo pubblico, che se n’è rimasto seduto ad ascoltare ogni aneddoto sul bisnonno, in attesa di esplodere Per una poma. Perché anche nella poesia di una location raffinata e fuori dal tempo, il ritmo del “Vande” è una bomba.
Testo: Michel Franzoso | Foto: Serena Groppelli