La Boule de neige

La trama della pièce è estrapolata dal romanzo di Jean Cocteau, “Les enfants terribles” del 1929. L’argomento è la tortuosa adolescenza di un gruppo di ragazzi, il cui mondo è diventato unicamente la “camera“, regno di giochi e di esperienze trasgressive. Cocteau scrisse il suo romanzo in soli diciassette giorni, in un letto d’ospedale, mentre si sottoponeva ad una cura di disintossicazione dalla droga. Dal testo verrà tratto anche il film di Jean-Pierre Melville, sceneggiato insieme allo stesso Cocteau e girato nel 1950.
Quando uscì, il romanzo di Cocteau, scatenò un putiferio. La storia non parlava solo di incesto fra fratello e sorella (mai consumato ‘in scena’, ma reale a tutti gli effetti), ma anche di attrazione omosessuale: Paul infatti subisce il fascino perverso di Dargelos, il compagno che lo ha ferito con la palla di neve ed in seguito si innamora di Agathe la quale, guarda caso, assomiglia in modo stupefacente a Dargelos. “La storia di un fratello e di una sorella: Paul ed Elisabeth, il loro amore, e il loro fatale dissolvimento” – Nota dell’autore all’inizio dello spettacolo –
Nel 1985 Monteverde, creò La boule de neige per i quattro protagonisti innocenti e maledetti di Cocteau: i fratelli Paul ed Elizabeth, uniti da un sospeso legame incestuoso e gli amici Gérard e Agathe, che hanno la funzione di pubblico ed accettano sedotti ed atterriti di seguirli fino al tragico epilogo. L’apatia, il disordine, la malattia, il sonnambulismo, ma anche l’ilarità gratuita, il gioco, la complicità e, soprattutto, la neve e/o “la droga innata”, si collocano nella storia in ordine sparso, in un’atmosfera “viziata” dove tutto può succedere.
La coreografia, non necessariamente astratta, è più vicina al teatro danza, dove gli elementi esterni hanno la loro importanza. Gli spazi diventano “claustrofobici”: il tutto si svolge nella stanza di rue de Montmatre, minacciata da neve vera e metaforica. La ‘boule de beige’ è infatti la ‘palla di neve’ che colpisce al petto il protagonista, ma è anche una ‘boule’ piena di cocaina.
La ricostruzione attuale della coreografia prevede alcuni cambiamenti apportati dal coreografo. Anche se rimane l’atmosfera grigio-notturna che permea tutto lo spettacolo, la “chambre” è restituita alle luci, ed i costumi sono “ringiovaniti”: non più in stile anni ’20, ma cronologicamente più vicini agli anni ’50 del film di Melville. La coreografia, però, rimane pressochè invariata: simile ad un concerto a quattro, innervato di nostalgia e dalla ricerca di emozioni dirette che colpiscano lo spettatore al cuore, come la palla di neve che ferisce Paul.
La rappresentazione è considerata uno dei migliori brani coreografici contemporanei italiani, tanto da essere stato scelto per essere inserito nell’innovativo progetto RIC.CI/Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ’80/’90 che prevede la ricostruzione di sette coreografie che hanno fatto la storia della danza contemporanea.
Per maggiori informazioni: Danza Toscana
Lo spettacolo è andato in scena il 5 Marzo 2014 al Teatro di Rifredi di Firenze. Le fotografie sono state scattate nel Maggio 2013 al Teatro Cantiere Florida di Firenze, all’interno del Festival Fabbrica Europa.