Afterhours

Intervista a Manuel Agnelli “Afterhours”
A. Per l’uscita del primo numero di Kairòs abbiamo pensato a voi (Afterhours), che di teatri ne avete girati ben 12 nel tour del 2010. Quale aria si respira in teatro e quali le sensazioni nel calcare così tanti palchi così “particolari” ?
M. Intanto grazie per averlo chiesto a me, per noi è stata un’esperienza completamente diversa da quella fatta fin ora perché i teatri in Italia, sono, per noi che suoniamo rock, un’anomalia; solo recentemente sono stati aperti ad altri generi musicali oltre la classica e la lirica ed al teatro ovviamente. I teatri hanno un’anima molto grande . Personalmente il grosso vantaggio, oltre a questi, è stato quello di restituire un’atmosfera intima e di tensione molto sottile con il pubblico perché i teatri sono posti che appunto già l’ispirano e portano il pubblico a seguire il concerto in modo completamente diverso, un po’ perché è seduto, un po’ perché si percepisce qualsiasi tipo di dettaglio nell’esecuzione; si è portati proprio ad una maggior attenzione e questo permette anche al musicista di suonare in maniera diversa.
A. Cosa ne pensi che l’Accademia del Teatro alla Scala abbia trovato interesse in ad altri generi musicali, con il supporto per questa nuova rivista, non restando chiuso nella lirica e nel balletto?
M. E’ un grande segnale e l’abbiamo già vissuto in passato con un altro grande teatro italiano, il Petruzzelli a Bari, che ha aperto recentemente a produzioni che non sono solo classiche. Il Petruzzelli è un teatro storico che è stato costruito in una certa maniera con una grande cura per l’acustica, infatti ci abbiamo fatto un concerto veramente molto bello sfruttando al massimo le qualità della sala e del palco e devo dire che in quel caso la cosa più bella è che a detta di molti “addetti ai lavori” di Bari la presenza di altre produzioni che non sono solo classiche e liriche ridanno un senso più popolare al teatro, ridanno vita. Non sono più dei musei viventi ma tornano ad essere dei megafoni, tornano ad avere un significato più ampio a livello creativo. Il fatto che l’Accademia del Teatro alla Scala si sia aperta, anche se solo in questa maniera, nei confronti di ciò che succede nel mondo della musica e della cultura al di fuori del proprio ambito è un grossissimo segnale, ci voleva in Italia.
A. Adesso state lavorando al nuovo disco, a quando l’uscita?
M. Il nuovo album è praticamente quasi finito, uscirà alla fine di marzo e chiaramente poi avremo una promozione a tappeto sulla sua uscita, del quale siamo molto orgogliosi, crediamo di aver fatto una scelta importante producendo e organizzandoci tutta la struttura intorno all’album da soli: dal marketing, alla produzione, alle date. Ci affidiamo a una squadra di persone che lavora con noi ormai da anni, tutti grandi professionisti. Abbiamo fatto questa scelta un po’ per divertirci un po’ per essere più efficaci. Fino a sette/otto anni fa questo tipo di possibilità non c’era, tutti i campi di comunicazione erano controllati da strutture che monopolizzavano il mercato, strutture che poi sono cadute o stanno cadendo.